mercoledì 25 marzo 2015

Carciofo: salute e benessere in mille foglie



Nella zona mediterranea, il carciofo è uno degli alimenti più apprezzati fin dall'antichità per le sue sostanze amare, come la cinarina, in grado di favorire la digestione, ma soprattutto di agevolare la formazione della bile e la rimozione di tossine a livello epatico. Aiutare il lavoro del fegato e i processi di detossificazione epatica sono considerate azioni fondamentali, in ottica anti-aging e preventiva, per smaltire le tossine.

Nel processare le tossine, il fegato produce delle sostanze intermedie instabili e potenzialmente dannose. La silimarina del carciofo aiuta proprio a tamponare i possibili danni a livello epatico. Ma i benefici di questa pianta non finiscono qui: amica del cuore grazie alla grande presenza di fibra, contribuisce a ridurre il colesterolo cattivo, aiuta a regolare anche la glicemia e favorisce la motilità intestinale.



Anche l'azione contro il cancro è stata riconosciuta dalla letteratura scientifica grazie al contenuto in acido folico, una vitamina che regola l'attività di molti enzimi responsabili della riparazione dei danni a livello del DNA, unito alla presenza di sostanze che inibiscono la proliferazione cellulare.

Le proprietà dei carciofi si estendono anche alle ossa. Quando si pensa alla prevenzione dell'osteoporosi, ci si concentra quasi sempre su vitamina D e calcio, senza dubbio importanti ma non capaci di garantire da soli una efficace prevenzione della decalcificazione. Infatti, per permettere che il calcio si depositi nelle ossa serve anche la vitamina K1, di cui i carciofi sono ricchi. Alcuni studi, inoltre, indicano che la vitamina K abbia degli effetti protettivi a livello delle cellule cerebrali.

Una panacea per tutti? Non è esatto: chi soffre di calcoli della cistifellea non deve eccedere nell'usare i carciofi perché possono stimolare la produzione di bile e le contrazioni della cistifellea.

Fonte: www.piusanipiubelli.it

USA: l'impollinazione meccanica potrebbe porre fine all'uso di agenti chimici

A voi le considerazioni finali, davvero l'uomo pensa di soggiogare la natura?

Una ricerca preliminare della Washington State University (WSU) ha indicato come l'impollinazione meccanica possa essere utile per gestire il carico di frutta in ceraseti e meleti.

Dato il numero in declino delle api mellifere negli Stati Uniti, l'impollinazione è diventata una questione problematica per l'agricoltura. La richiesta di ricerche in materia ha portato a progetti per l'individuazione di impollinatori alternativi, un migliore habitat per gli impollinatori e una soluzione per il collasso delle colonie di api. Inoltre, si è lavorato anche su un progetto che potrebbe rendere gli impollinatori non necessari per alcune colture.

Matthew Whiting, produttore di ciliegie presso la WSU, e Probir Das, specializzando nello stesso ateneo, hanno passato un anno ad effettuare ricerche per provare che è possibile utilizzare uno spruzzatore per impollinare gli alberi.

Lo studio preliminare ha dimostrato che il polline può essere sospeso in una soluzione e utilizzato mediante uno spruzzatore elettrostatico con modifiche minime. Nelle sperimentazioni, il polline ha raggiunto gli apparati floreali e potrebbe supplire o rimpiazzare del tutto il sistema attuale.

Lo studio si è avvalso di esperimenti in campo e in laboratorio. I primi sono stati effettuati su frutteti di numerose varietà di mele e ciliegie con uno spruzzatore elettrostatico per due applicazioni di polline a tre diverse velocità.

Clicca qui per l'articolo integrale apparso su goodfruit.com.