mercoledì 15 maggio 2013

I funghi possono essere un ottimo supplemento alla dose quotidiana di Vitamina D



Un nuovo studio suggerisce che aggiungere funghi alla dieta quotidiana potrebbe essere un buon modo per aumentare i livelli di Vitamina D.

Un gruppo di ricerca dell'Università di Boston ha dimostrato che mangiare funghi può fornire una tanta Vitamina D quanto assumere integratori alimentari.

Durante una piccolo test randomizzato, condotto dal prof. Michael Holick della Università di Boston e colleghi, a un gruppo di 30 adulti è stato somministrato per 12 settimane un estratto ricavato dai funghi bianchi (champignon) secchi.

Una volta al giorno sono state somministrate ai partecipanti capsule contenenti 2.000 IU (unità internazionali) di vitamina D3, capsule contenenti 2.000 IU di vitamina D2 o 2.000 IU di polvere di funghi contenenti vitamina D2 dopo essere stati esposti alla luce ultravioletta.

Nel sangue i pazienti hanno mostrato livelli simili di Vitamina D: 17,1 ng/ml per il gruppo D3, 19,4 ng/ml per il gruppo D2 e ​​20,9 ng/ml per il gruppo dei funghi.

Holick ha detto che un totale di 25 pazienti ha completato tutte le 12 settimane della ricerca. Per le prime 7 settimane il livello nel sangue di Vitamina D è aumentato costantemente fino alla saturazione; poi è rimasto costante per le ultime 5 settimane.

Alla fine dello studio, i livelli di vitamina D tra chi aveva mangiato i funghi erano paragonabili a quelli che prendevano integratori di Vitamina D, con il gruppo D3 che aveva un livello segnalato di 34,4 ng/mL, il gruppo D2 mostrava un elevato livello di 29,2 ng/mL e il gruppo dei funghi manteneva un livello di Vitamina D a 31,1 ng/mL.

"Questi risultati forniscono la prova che mangiare funghi che sono stati esposti alla luce ultravioletta e contengono vitamina D2 sono una buona fonte di vitamina D, in grado di migliorare lo status della vitamina D negli adulti in buona salute" ha concluso Holick.

Dai peperoni una speranza per il Parkinson



Da alcuni studi presenti in letteratura è emerso che la nicotina sembrerebbe svolgere un ruolo protettivo nei confronti del Parkinson. Ora uno studio condotto presso l'Università di Washington e pubblicato sulla rivista Annals of Neurology ha cercato di capire come il contenuto di nicotina della dieta può influenzare il decorso della malattia di Parkinson.

Gli autori dello studio hanno reclutato 490 pazienti con malattia di Parkinson diagnosticata da poco e 644 controlli, pazienti non affetti da disturbi neurologici di nessun tipo. Gli studiosi attraverso dei questionari hanno cercato di capire le abitudini alimentari di tutti i partecipanti e la loro abitudine al fumo sia di sigaretta che quello di pipa e di sigaro ovvero per accertare l'abitudine al cosiddetto fumo senza combustione. Dall'analisi dei risultati è stato possibile evidenziare un certo effetto protettivo in concomitanza di un forte consumo di peperoni, della famiglia delle solanacee.

Le solanacee in effetti contengono modiche quantità di nicotina. I fumatori, inoltre, pur inalando molta nicotina, almeno in questo studio, non hanno evidenziato alcun decremento statisticamente significativo nel rischio Parkinson. Servono sicuramente ulteriori studi sull'argomento, ma certo è una bella speranza quella che viene prospettata in questo studio. 

lunedì 6 maggio 2013

I funghi Champignon aiutano a perdere peso



I funghi della varietà Agaricus bisporus, meglio conosciuti con il nome di Champignon, potrebbero essere l'ideale per una dieta in cui si voglia perdere peso. A suggerirlo è uno studio condotto dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, e finanziato dal Mushroom Council, nel quale si è scoperto che i funghi possono sostituire degnamente la carne rossa e favorire la perdita di peso.

La ricerca, presentata all'Experimental Biology 2013 e pubblicata su The FASEB Journal, ha visto il coinvolgimento di 73 adulti con un'età media 48,4 anni, di cui l'88 per cento erano donne. Tutti i partecipanti sono stati giudicati in sovrappeso o obesi.

Dopo il reclutamento e le analisi di routine, i volontari sono stati suddivisi a caso in due gruppi: gli appartenenti al primo gruppo dovevano seguire una dieta che prevedeva l'assunzione di circa una tazza al giorno di Champignon, in sostituzione di un piatto di carne rossa. Gli appartenenti al secondo gruppo – quello di controllo – avrebbero seguito una dieta standard, senza i funghi.

Al termine dello studio, durato un anno, le analisi hanno permesso ai ricercatori di riscontrare che i volontari del primo gruppo – quello che aveva sostituito la carne con i funghi – rispetto al gruppo di controllo avevano perso 3,18 chili (in media il 3,6 per cento del peso iniziale), migliorato il proprio BMI (riducendo i valori di 1,5kg/m2) e la corporatura (si è ridotta la circonferenza del girovita di 6,6 cm) e, infine, sono riusciti a mantenere il peso conquistato.

I risultati di questo studio confermano quanto suggerito da precedenti ricerche che mostrano come l'utilizzo di alimenti a bassa densità energetica, come per esempio i funghi, al posto di alimenti ad alta densità energetica come la carne (anche tritata e magra), può essere un metodo efficace per ridurre l'assunzione giornaliera di calorie e grassi. Oltre a ciò, i cibi come i funghi fanno sentire sazi dopo i pasti, riducendo il bisogno di mangiare ancora.

Pistacchi, un concentrato di vitamina E per ex-fumatori



Smettere di fumare fa bene al cuore, ma i benefici riscontrati negli ex-fumatori sono ancora maggiori se, quando si abbandonano le "bionde", si arricchisce la propria alimentazione di vitamina E.

A suggerirlo sono i risultati di uno studio presentato al congresso annuale Experimental Biology di Boston da Richard Bruno, professore associato di nutrizione umana all'Ohio State University.

"L'idea di base è che sappiamo che ci vogliono molti anni prima che il rischio cardiovascolare di un ex-fumatore torni ad essere quello di un non-fumatore", ha spiegato Bruno. "Noi speriamo di mettere a punto una terapia da associare allo smettere di fumare che possa accelerare il ripristino della funzionalità vascolare e ridurre il rischio cardiovascolare".

In base ai risultati ottenuti in questo studio, tale terapia potrebbe basarsi sull'assunzione di gamma-tocoferolo, la forma di vitamina E che non è presente negli integratori, ma in diversi alimenti, come i pistacchi, la soia, la colza, gli anacardi, le arachidi e le noci pecan. Infatti i partecipanti – tutti fumatori che a vent'anni hanno fumato almeno per un anno mezzo pacchetto di sigarette al giorno cui è stato chiesto di non fumare per 7 giorni – che hanno assunto 500 milligrammi al giorno di gamma-tocoferolo hanno mostrato miglioramenti più significativi della funzionalità vascolare e di alcuni marcatori dell'infiammazione nel sangue rispetto ai partecipanti che hanno ricevuto un placebo.

"Una risposta dilatatoria maggiore è un indicatore della salute vascolare", ha aggiunto Bruno. "Persone con una lunga storia come fumatori tendono ad avere risposte di vasodilatazione basse".

In termini pratici, l'assunzione di vitamina E si traduce in un'ulteriore riduzione del 19% del rischio di malattie cardiovascolari. Infatti se dopo 7 giorni di astinenza dal fumo l'aumento della funzionalità vascolare è in media pari al 2,8%, assumere gamma-tocoferolo aumenta tale funzionalità di un ulteriore 1,5%. Se questi numeri vi sembrano bassi dovete ricredervi: ogni punto percentuale di aumento della funzionalità vascolare corrisponde a una riduzione del 13% del rischio cardiovascolare. Meglio, quindi, smettere di fumare e, perché no, farsi aiutare anche dal cibo a rimettersi in salute.