lunedì 5 maggio 2014

Sistri: imprese agricole esonerate dall'obbligo


Il decreto firmato dal ministro Galletti sulla semplificazione degli adempimenti tiene conto delle peculiarita' del settore primario, Agrinsieme soddisfatta
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Pubblicato sul Canale varie il 02 maggio 2014
 
 
E’ stato firmato il 24 aprile scorso dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il decreto ministeriale che prevede l’obbligo di adesione al Sistri solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti.
Nel decreto, che esclude dal sistema di tracciabilità dei rifiuti tutte le imprese agricole che conferiscono i rifiuti prodotti nei circuiti organizzati di raccolta, sono previste anche altre disposizioni di semplificazione amministrativa, chiarite le modalità di gestione dei trasporti intermodali e prorogato al 30 giugno 2014 il versamento del contributo annuale.
“Venendo incontro alle giuste richieste dei piccoli produttori – spiega il ministro Galletti –introduciamo una prima importante semplificazione, rendendo il sistema più ragionevole e meno burocratico, ma rafforzando allo stesso tempo i principi inderogabili che sono alla base del progetto, ossia il contrasto alle ecomafie e la difesa dell’ambiente attraverso il controllo informatico dei rifiuti pericolosi”.
Agrinsieme - il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative - esprime soddisfazione per le decisioni assunte dal ministro dell’Ambiente sulla semplificazione degli adempimenti, tenendo conto delle peculiarità del settore agricolo. “L’avere escluso dal Sistri i produttori di rifiuti pericolosi derivanti da attività agricole e agroindustriali con meno di 10 dipendenti e - indipendentemente dal numero dei dipendenti - gli enti e le imprese che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito dei circuiti organizzati di raccolta, è un segnale fortemente positivo”.
“Si permette così - ha concluso il coordinamento - di proseguire, da una parte, nel percorso di semplificazione nella gestione dei rifiuti e, dall’altra, di valorizzare i sistemi virtuosi esistenti, legati al concetto dei circuiti organizzati di raccolta. Il settore agricolo, infatti, non si esime dalla tracciabilità dei rifiuti, ma ha necessità che la stessa sia adattata alle esigenze operative dell’attività”.

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