(AGI) - Roma, 12 apr. - Le probabilita' che oggi sulla nostra
tavola ci sia cibo proveniente da un altro emisfero sono alte,
soprattutto se consideriamo che la cifra da capogiro di 1.100
miliardi di dollari in prodotti agricoli vengono commerciati
ogni anno a livello internazionale, con quelli alimentari che
incidono per l'82 per cento del totale. E se frutta e piante
possono viaggiare, possono farlo anche individui meno
attraenti, come parassiti e funghi pericolosi. Se non ci si
occupa di questi non graditi ospiti quando arrivano a
destinazione, le conseguenze possono davvero essere disastrose:
ogni anno, secondo il segretariato della Convenzione
internazionale per la Protezione Fitosanitaria ospitato dalla
Fao, le rese produttive si riducono tra il 20 e il 40 per cento
a causa di parassiti e malattie.
La frutta ad esempio puo' trasportare uova di mosche
nascoste e non viste nella buccia delle arance. Coleotteri e
scarabei scavano tane nelle pedane di legno per il trasporto,
sfuggendo a ogni controllo. Spore di funghi s'insinuano nelle
fessure dei container metallici e viaggiano ben piu' lontano di
quanto non possa trasportarli il vento. Non si hanno dati
precisi al riguardo, ma e' ormai assodato che molte di queste
infestazioni si sono introdotte tramite il commercio
internazionale. E, allertano dalla Fao, a rischio non e'
solamente la produzione alimentare. Sono state colpite anche le
foreste di tutto il mondo, da cui dipendono in un modo o
nell'altro circa 1,6 miliardi di persone per il proprio
sostentamento. Oltre ai tristemente noti "soliti sospetti" - le
mosche della frutta del Mediterraneo, la ruggine del frumento,
i bruchi africani - un autentico assortimento di rei danneggia
le coltivazioni e mina le condizioni di vita degli agricoltori
di tutto il mondo: il baco delle melenzane, la batteriosi della
cassava, i nematodi della patata, la tignola delle viti
europea, e la lumaca gigante del riso. La lista e' lunga e
molto colorita.
Oltre agli effetti immediati sulla produzione e sulla
sicurezza alimentare vi sono anche altre conseguenze.
"Affrontare infestazioni di parassiti ed epidemie costa ogni
anno ai governi, agli agricoltori e ai consumatori miliardi di
dollari", scrive la Fao. Non solo, ma una volta che certe
infestazioni si introducono spesso diventa impossibile
sradicarle, e la gestione per tenerle sotto controllo prende
una parte significativa dei costi di produzione. Per tutti
questi motivi e' stata creata la Convenzione Internazionale per
la Protezione Fitosanitaria (IPPC l'acronimo inglese). Nel
1952, con il volume degli scambi di prodotti agricoli in
continuo aumento, la comunita' internazionale decise di
istituire un meccanismo mediante il quale i paesi lavorassero
insieme per prevenire che emergenze fitosanitarie si potessero
diffondere attraverso il commercio di prodotti agricoli. La
Convenzione IPPC rappresenta un network per la condivisione
delle informazioni sulle infestazioni, sulle misure di
controllo, sulle norme fitosanitarie e sulle pratiche migliori
- a sostegno dell'impegno dei paesi per proteggere le risorse
fitogenetiche e per un sistema di scambi sicuro. Tra le altre
attivita' centrali dell'IPPC vi e' l'attuazione di standard e
norme attraverso lo sviluppo di capacita' e la risoluzione
delle dispute sul commercio. L'attivita' principale della
Convenzione e' tuttavia la formulazione di standard e norme
basate sulle conoscenze scientifiche, la loro approvazione a
livello internazionale per stabilire nel dettaglio come gestire
il commercio di piante e prodotti fitosanitari: le Norme
internazionali per le misure fitosanitarie (ISPM l'acronimo
inglese).
Sino a oggi sono state sviluppate 50 norme, che coprono
questioni che vanno da come dovrebbero essere trattati i
prodotti fitosanitari o i materiali di imballaggio in legno
prima dell'esportazione, a procedure e metodologie raccomandate
dagli ispettori agricoli, alle procedure per condurre analisi
del rischio e i formati richiesti per i certificati
fitosanitari. Sono al vaglio altre 90 questioni. "Viviamo in un
mondo globalizzato e incredibilmente interconnesso, pieno di
rischi per la diffusione da un paese all'altro d'infestazioni
di parassiti e malattie. Ridurre il rischio e prevenire o
quanto meno minimizzare, la diffusione e' molto piu'
vantaggioso in termini di costi che cercare di sradicare o
gestire un'epidemia in un secondo tempo", ha detto Craig
Fedchock, coordinatore del Segretariato IPPC. "Cosi' facendo,
proteggiamo gli agricoltori dalle disastrose conseguenze
economiche delle emergenze fitosanitarie, difendiamo le
industrie e i consumatori dai costi dei controlli e
dell'eliminazione delle infestazioni, e al tempo stesso
evitiamo la perdita di biodiversita', contribuendo a mantenere
ecosistemi sostenibili e ben funzionanti", ha aggiunto
Fedchock. Questa settimana la Commissione sulle misure
fitosanitarie (CPM), l'organismo direttivo dell'IPPC, nel corso
della sua riunione annuale che si e' conclusa ieri a Roma ha
riesaminato e approvato due norme fitosanitarie. La prima e'
l'aggiornamento di una gia' esistente: Analisi del rischio
fitosanitario per gli organismi da quarantena, comprendente
l'analisi dei rischi per l'ambiente e gli organismi viventi
modificati, che aggiunge una guida dettagliata su come le
autorita' debbano intraprendere l'analisi dei rischi per
determinare se una pianta importata potrebbe essere un
parassita di piante coltivate o selvatiche, se debba essere
regolamentata, e come identificare misure fitosanitarie che
riducano il rischio ad un livello accettabile. La seconda:
Regolamentazione del materiale dei container di legno nel
commercio internazionale rivede una normativa gia' in vigore e
fornisce indicazioni piu' specifiche sui trattamenti
autorizzati per il materiale da imballaggio in legno. Il CPM
anche deciso di continuare a lavorare a una nuova norma volta a
ridurre la trasmissione di parassiti e malattie delle piante
tramite container trasportati via mare. I membri della
Commissione hanno anche discusso delle opzioni per migliorare
il monitoraggio, il controllo e la lotta contro i parassiti per
le spedizioni internazionali di cereali. (AGI)
.
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