La conoscenza e lo studio dei funghi è il più efficace antidoto contro le intossicazioni
di Luigi Cocchi, Carmine Siniscalco
Il 5° Convegno Internazionale di Micotossicologia (5CIMT), svoltosi a Milano il 3–4 dicembre 2012 sul tema:
“
Funghi
e salute: problematiche cliniche, igienico-sanitarie, ecosistemiche,
normative e ispettive, legate alla globalizzazione commerciale”
è stato organizzato dalla Commissione di Micotossicologia del Centro
Studi Micologici dell’Associazione Micologica Bresadola (CSM–AMB) con la
collaborazione del Centro Antiveleni (CAV) dell’Ospedale Niguarda – Cà
Granda e della Provincia di Milano ed è stato patrocinato dall’Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM)
e dal Ministero della Salute.
Per l’organizzazione del 5CIMT, come
per i precedenti CIMT, la “Commissione di Micotossicologia”, anche in
coerenza con lo Statuto di Associazione di Promozione Sociale
recentemente riconosciuto all’AMB, si è mossa ricercando ed ottenendo,
in una logica di assoluto rispetto delle singole finalità statutarie, la
partecipazione di Istituzioni ed Enti (ISPRA, Istituto Superiore di
Sanità (ISS), Università e Centri di Ricerca, ASL, Aziende Ospedaliere)
con competenze dirette nel campo della Sanità e della ricerca
scientifica. Questa sinergia di intenti e di attività è in naturale
continuità con l’esperienza maturata e consolidata nell’ultimo ventennio
tesa a valorizzare la collaborazione tra le attività
scientifico–divulgative di un’associazione come l’AMB e la Pubblica
Amministrazione.
La
famiglia Muffarotto deceduta a Vicenza nell'ottobre del 1926 in seguito
ad avvelenamento da Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) - (foto Archivio
fotografico dell’AMB)
Il 5CIMT è coinciso con la fine, in Italia, di un periodo autunnale
contrassegnato da una serie impressionante di gravissime e numerose
intossicazioni da funghi, in particolare legate al consumo alimentare
del fungo
Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, che ha
provocato sia numerose morti tra gli sprovveduti commensali, sia il
ricorso a pesanti terapie mediche, tra cui il trapianto urgente di
fegato, nei soggetti ancora trattabili.
Questi gravi episodi di
intossicazione alimentare con funghi hanno evidenziato e confermato
anche un’altra fenomenologia, per altro già segnalata dalla “Commissione
di Micotossicologia del CSM–AMB” negli scorsi anni: purtroppo tra i
commensali e gli intossicati gravi ci sono spesso ed in numero rilevante
dei “bambini piccolissimi”.
Questa sconcertante realtà è stata
oggetto di approfondite valutazioni nell’ambito dei lavori del 5CIMT e
lo scambio di opinioni tra i tutti i presenti ha sempre preso spunto da
una domanda spontanea: “
Ma com’è possibile che, con tutta l’attività
di informazione e prevenzione che viene fatta dai 130 “Gruppi
Micologici” dell’ AMB sul territorio nazionale e dalle Istituzioni
Sanitarie, succedano ancora episodi come questi?”
La risposta a questa domanda è stata molto semplice, al limite dell’ovvietà: “
Non si fa abbastanza o non si lavora con efficacia adeguata”.
Da
qui è uscita una delle indicazioni operative più significative del
5CIMT dal quale è stata con forza posta l’esigenza di strutturare e
potenziare un coordinamento tra le Istituzioni Pubbliche e le
Associazioni Micologiche con il fine di incrementare l’attività di
sensibilizzazione e di informazione della popolazione in chiave di
prevenzione dalle intossicazioni da funghi.
In questa ottica è stata
prevista la realizzazione di un “Osservatorio Nazionale Permanente”,
ben ramificato sul territorio che, da una parte, raccolga dati in modo
organizzato e statisticamente significativo, e, dall’altra, operi perché
sui mass media ed anche sulle pubblicazioni specializzate compaiano
informazioni corrette.
Quest’ultimo aspetto è in effetti un problema
delicato e complesso della materia micotossicologica. Troppo spesso
arriva alla popolazione cattiva informazione e disinformazione:
dall’appassionato “fungaiolo”, che ha solo una banale conoscenza di
poche specie fungine e che troppo superficialmente viene considerato
“esperto” e si sente autorizzato a “
pontificare sui funghi”, fino ai cosiddetti “
esperti”
(nutrizionisti, agronomi, biologi, medici) che vengono coinvolti a
parlare di funghi nelle trasmissioni televisive pur avendo solo una
formazione scolastica ed informazioni superficiali sull’argomento
(spesso solo per “
sentito dire”) senza competenze specifiche in campo micologico e micotossicologico.
Nel
campo della errata informazione micotossicologica si possono
documentare numerosi episodi sia sulle reti pubbliche sia su quelle
private. A titolo di esempio possiamo citare un episodio relativamente
recente su RAI2: mentre il conduttore del TG2 dava la notizia di
un’intossicazione mortale da
Amanita phalloides, alle sue spalle compariva l’immagine di un’altra specie, una
Amanita muscaria (L.) Lam..
La
serie continua ed infinita di episodi di cattiva informazione ha spinto
la “Commissione di Micotossicologia” alla redazione di un rapporto che
raccolga un vero e proprio “
stupidario micologico” con il fine e
la speranza che chiunque voglia parlare di funghi si convinca, prima o
poi, che è da irresponsabili non rivolgersi alle competenze vere che si
trovano solo (“
almeno per ora”) nelle “Associazioni Micologiche”, negli “Ispettorati Micologici” delle ASL e nei “Centri Antiveleni” più qualificati.
Non
a caso vengono citate per prime le “Associazioni Micologiche”, ma ci
sono motivazioni culturali e storiche che giustificano questa
“priorità”. Infatti, nel nostro paese, lo studio dei cosiddetti
“macromiceti”, cioè i funghi dei boschi e dei prati che si vedono ad
occhio nudo, è nato e si è sviluppato nel mondo del volontariato
scientifico nella seconda parte del secolo scorso mentre negli atenei,
storicamente, la “micologia” è presente nelle Facoltà di Agraria con un
taglio essenzialmente fitopatologico.
In Italia i docenti nei corsi
di formazione degli Ispettori Micologi (figure istituzionali introdotte
dalla Legge quadro N. 352/1993) vengono quasi tutti dalle “Associazioni
Micologiche” evidenziando un aspetto anomalo tutto italiano in quanto si
ha che il docente “Micologo” figlio del “volontariato
scientifico-micologico”non ha un “titolo ufficiale” mentre lo stesso
sarà acquisito dal discente futuro “Ispettore Micologo”.
L’attuale
sottocultura, largamente presente nella pubblica opinione, “sui funghi
ed il loro mondo” è composta da un mix di ataviche superstizioni, da
osservazioni superficiali e/o casuali e principalmente da esperienze
molto limitate e deve rappresentare per tutti i soggetti coinvolti, il
vero nemico da sconfiggere.
Purtroppo questa sottocultura è troppo
spesso diffusa dai mass media tanto che appare palese la loro
responsabilità oggettiva, almeno per gli aspetti morali, nella
drammaticità delle intossicazioni che si verificano a seguito di
ingestione di funghi.
Tutte queste considerazioni hanno costituito
il substrato di fondo sul quale si sono affrontate le tematiche del
5CIMT con lo scopo di fare il punto sui più recenti sviluppi
riguardanti:
- Micotossicologia clinica,
- Attività di prevenzione e controllo delle Istituzioni sanitarie italiane,
- Questioni poste dalla globalizzazione commerciale,
- Attività degli Organi ispettivi e di vigilanza.
Si sono inoltre considerate alcune tra le più importanti esperienze
scientifiche internazionali estendendo il concetto di Micotossicologia,
finora riferita solo all’uomo, alla Micoterapia, alla Tossicologia
ambientale ed al Biorimedio.
Micotossicologia clinica
Sono stati trattati argomenti importanti che vanno dall’epidemiologia
alle nuove prospettive sulle metodiche di diagnosi. È emerso che in
Italia l’epidemiologia è un problema rilevante in quanto, non esistendo
un registro nazionale delle intossicazioni fungine, il CAV di Milano ha
potuto presentare al 5CIMT solo i suoi casi per cui la problematica è
difficilmente quantificabile per l’intera nazione sia in termini di
numeri reali di pazienti intossicati sia in termini di gravità
dell’intossicazione stessa. In pratica non c’è ancora certezza non solo
sulle specie responsabili delle intossicazioni ma anche sul numero e la
dimensione effettiva delle evoluzioni infauste delle intossicazioni con
decessi e trapianti determinati dall’ingestione di funghi non
controllati.
Le terapie necessarie richiedono la collaborazione di
diverse figure professionali come il medico di Pronto Soccorso, il
Tossicologo, il Micologo ed il Laboratorista, operatori indispensabili
per fornire elementi utili ad inquadrare in maniera corretta la diagnosi
e la relativa terapia. Inoltre nel 5CIMT si è fatto il punto della
situazione italiana di queste quattro figure professionali analizzando
eventuali correttivi da mettere in atto per migliorarne le azioni e le
sinergie tra di esse.
Nell’ottica di una più certa e rapida
diagnosi, sono state presentate relazioni sull’aspetto genetico
dell’amanitina sia in tema di biosintesi sia per l’applicazione della
biologia molecolare alla ricerca dell’amanitina nei liquidi biologici,
alle metodiche di screening eventualmente utilizzabili per il futuro con
l’obiettivo di rendere più rapida possibile e certa la determinazione
dell’amanitina all’evidente fine di eliminare la mortalità o le terapie
più pesanti (trapianti d’organo). Importanti sono stati i contributi
internazionali sia sull’aspetto delle ricerche genetiche sull’amanitina
sia sulle esperienze cliniche di intossicazioni da diverse specie del
Genere
Amanita aprendo così nuovi orizzonti sui recenti aspetti
tossicologici dimostratisi molto interessanti e probanti la relazione
tra le diverse specie del Genere
Amanita e le gravi insufficienze renali.
E’
stata anche affrontata un’analisi storica delle esperienze terapeutiche
nelle intossicazioni da amanitina che hanno avuto come bersaglio il
fegato. Le “datate” terapie basate sulla decontaminazione con carbone e
l’infusione di abbondanti quantità di liquidi restano valide a tutt’oggi
in assenza di antidoti efficaci a contrastare la pericolosità della
tossina.
Esemplari in habitat di Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) - (foto Archivio fotografico dell’AMB)
Esemplari in habitat di Amanita muscaria (L.) Lam. - (foto Archivio fotografico dell’AMB)
Moderni aspetti della Micotossicologia
A differenza dal passato, sono state presentate recenti esperienze
scientifiche internazionali estendendo il concetto della
Micotossicologia classica, riferita finora solo all’uomo, anche a
branche scientifiche che recentemente hanno assunto ruoli di primo piano
nello studio dei macromiceti quali la Micoterapia, la Tossicologia
ambientale collegata alla Bioindicazione ed al Biorimedio.
Per
quanto riguarda la Micoterapia si è posto l’accento sulla necessità
assoluta che in Occidente i protagonisti e gli operatori di questa
branca della Micologia operino con rigore scientifico, in considerazione
del fatto che un fungo considerato “medicinale” usato male e senza
adeguati controlli e supporti sperimentali e clinici può diventare
“tossico”, come capita per qualsiasi altro medicinale. In riferimento
alla Tossicologia ambientale (Bioindicazione e Biorimedio) ci pare che
nel Convegno si sia dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, il
ruolo chiave che i funghi superiori giocano negli ecosistemi terrestri,
aprendo così orizzonti nuovi alla Micotossicologia non immaginabili fino
a pochi anni fa. L’uomo, e di conseguenza la sua salute, non è più
considerato un essere vivente distaccato dagli habitat terrestri in cui
vive, nutrendosi anche dei prodotti della natura, ma emerge come una
componente essenziale degli ecosistemi di cui è parte integrante con
coinvolgimenti diretti nelle alterazioni degli equilibri ambientali
spesso provocate con le proprie attività.
Questo significativo passo
avanti, con l’apertura di nuovi panorami per la Micologia, è uno dei
principali risultati del 5CIMT con rilevanti conseguenze sia sul piano
culturale sia sul piano scientifico. Il traguardo della nuova visione
della “problematica Micologica” è una novità internazionale ed è stato
raggiunto per la prima volta in Italia grazie al “Progetto Speciale
Funghi” dell’ISPRA che, praticamente negli ultimi dieci anni, con grande
impegno e capacità sinergiche, ha unito l’esperienza sul campo e le
competenze tassonomiche dell’AMB con quelle scientifiche degli Enti ed
Istituti di Ricerca per poter giungere ad un unica “Struttura di
Ricerca” che, tra l’altro, sia in grado di interagire a largo spettro
sul territorio in materia di tossicologia micologica.
Attività di prevenzione e controllo delle Istituzioni Sanitarie italiane. Questioni poste dalla globalizzazione commerciale
Queste tematiche si riferiscono ad importanti questioni tecniche che
riguardano direttamente la salvaguardia della salute del consumatore in
riferimento alla sicurezza alimentare dei funghi (freschi, secchi, in
conserva, funghi presenti nei “piatti pronti”) nell’ambito del
commercio, della trasformazione e del consumo. Grazie al contributo di
esperti, tra i massimi del settore, si è fatto il punto sulle conoscenze
scientifiche su tutte le tipologie di contaminanti potenzialmente
pericolosi per la salute: presenza di larve di ditteri micetofilidi, di
artropodi fungicoli, molecole bioattive, rischio tossina botulinica (in
questo caso particolare si è discusso in modo approfondito sulla
necessità di fornire informazioni corrette alla pubblica opinione
affinché le preparazioni domestiche di funghi in conserva siano prive di
pericoli ed in particolare del batterio
Clostridium botulinum),
presenza di nicotina nei funghi. L’obiettivo delle ricerche e degli
studi è quello di mettere a punto una regolamentazione coerente a
livello europeo sui tenori massimi di presenza dei diversi contaminati
in tutte le forme con le quali i funghi vengono proposti al consumatore.
Attività degli Organi ispettivi e di vigilanza
Aspetti nuovi ed interessanti, perché riguardanti un’ottica molto
concreta ed operativa della Micotossicologia, sono stati proposti dagli
Organi Istituzionali italiani con funzioni ispettive, di vigilanza e di
polizia. Di particolare interesse: l’attività dell'Ufficio di Sanità
Marittima ed Aerea (USMAF), organo periferico del Ministero della Salute
che ha il compito di effettuare controlli ufficiali di frontiera sugli
alimenti di origine non animale; l’esperienza pilota del Protocollo
Operativo del Corpo Forestale dello Stato (CFS) per la Regione Campania
inerente la vigilanza nella raccolta e commercializzazione dei funghi
epigei ed ipogei; le problematiche scaturite dalle attività di controllo
del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) dell'Arma dei Carabinieri
nelle fasi di produzione, commercializzazione e vendita dei funghi.
Anche in questo 5CIMT è emerso con chiarezza l’importanza di un rapporto
stretto con le Associazioni Micologiche di carattere nazionale come
l’AMB che, per la presenza capillare sul territorio e per il
pluridecennale accumulo di conoscenze ed esperienze riguardanti il
“mondo dei funghi”, possono fornire utili consigli ed indicazioni ma più
specificatamente contribuire alla formazione professionale degli
addetti degli organi di controllo.
Tavola rotonda conclusiva sul tema “Metodiche da seguire per
ricavare dati e reports maggiormente attendibili e completi, che
permettano di ottenere valutazioni più attente sulle intossicazioni da
funghi, attraverso procedure anche diverse tra loro”
Si è preso atto dei grandi passi fatti in alcune Regioni con
l’istituzione degli Ispettorati Micologici pubblici, l’attività di
certificazione dei funghi destinati al commercio al dettaglio,
l’attività di prevenzione soprattutto mirata al controllo micologico dei
funghi per l’autoconsumo, la consulenza alle strutture sanitarie nei
casi di sospette intossicazioni da funghi, la consulenza agli USMAF
nelle importazioni di funghi, ed anche, in alcuni casi, l’istituzione di
Centri di Controllo Micologico di secondo livello per verifiche
maggiormente approfondite. Si evidenzia tuttavia che queste attività, in
particolare il supporto micotossicologico nelle sospette intossicazioni
da funghi, sono presenti sul territorio nazionale in modo disomogeneo, a
“macchia di leopardo”, in quanto solo poche Regioni si sono dotate di
una simile strutturazione in rete con l’Assessorato alla Sanità. In
generale mancano procedure, protocolli, linee operative concordate,
validate e diffuse fra gli operatori sanitari, che comprendano gli
interventi del Pronto Soccorso, del CAV, del Micologo, del Sanitario
ospedaliero. In molti Ispettorati non viene lasciata traccia
dell’attività svolta e, soprattutto, non vengono trasmessi i rapporti
(“reports”) delle varie attività micotossicologiche ai Servizi
competenti regionali. Preso atto che i funghi sono ampiamente utilizzati
come alimento (seppure, a nostro parere, in modo assolutamente
improprio, ma su questa tematica siamo impegnati in approfondimenti che
contiamo di presentare al 6CIMT), è opportuno garantirne al consumatore
la dovuta sicurezza alimentare come prevede il Reg. CE n.178/2002. Le
Aziende Sanitarie Locali e la Direzione Generale per l'Igiene e la
Sicurezza degli Alimenti e Nutrizione (DGISAN) presso il Ministero alla
Salute si devono attivare al fine di garantire il raggiungimento di
questo obiettivo, mettendo in rete i Centri di intossicazione da
alimenti in generale, creando una banca dati solo per questa tipologia
di intossicazioni, definendo le modalità ed i campi per l’attivazione
del Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi (Rapid Alert System
for Food and Feed – RASFF). E’ necessario inoltre rivedere e modificare
immediatamente sia le normative quadro in materia di
commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati, sia il DM
686/96 che fissa i criteri e le modalità per il rilascio dell’attestato
di micologo, al fine di allinearle alle recenti normative europee e
favorire una formazione maggiore, più completa e qualificante. Si è
ritenuto necessario infine favorire una maggiore informazione sul tema
della prevenzione da intossicazione da funghi attraverso la
realizzazione di progetti che coinvolgano i Ministeri della Salute e
dell’Ambiente, le Regioni, i Centri Antiveleni, gli Istituti
Zooprofilattici, l’ISPRA, l’ISS, le Agenzie Regionali Ambientali, le
ASL, le Università e le Associazioni micologiche maggiormente
organizzate e rappresentate, presenti sul territorio nazionale, come ad
esempio l’Associazione Micologica Bresadola.
Conclusioni
Vogliamo concludere questa nota proponendo ai lettori il “Decalogo”
di consigli diffuso nell’autunno 2012 dal Ministero della Salute. Questa
lista di importantissimi suggerimenti è da considerarsi un segno
positivo e tangibile della risposta delle Istituzioni a questo tipo di
eventi. Infatti quest’anno è la prima volta che è stato documentato un
vero e proprio “bollettino di guerra” a livello nazionale per le
intossicazioni da funghi che ha portato ad una presa di coscienza, al
più alto livello istituzionale, dei pericoli che i macromiceti possono
costituire per la popolazione.
Ci corre comunque l’obbligo di
sottolineare che tale “Decalogo” raccoglie numerose indicazioni dell’AMB
maturate nelle pluridecennali esperienze frutto sia di lavori di campo,
sia di attività di studio e ricerca dimostrando concretamente la
proficua “sinergia” che può intercorrere tra il “Mondo del Volontariato”
e le “Istituzioni Pubbliche” ad ogni livello.
DECALOGO
- Consumare solo funghi controllati da un vero Micologo (diffida degli “esperti improvvisati”)
- Consumare quantità moderate
- Non somministrare ai bambini
- Non somministrare a donne gravide
- Consumare solo funghi in perfetto stato di conservazione
- Consumare funghi ben cotti e masticare correttamente
- Sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi
- Non consumare funghi raccolti lungo le strade e vicino a centri industriali
- Non regalare i funghi raccolti se non controllati
- Nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina del botulino