L'Italia perde oltre il 20% del territorio adibito ad agricoltura, e anche gli altri Paesi non se la passano meglio.
Ieri da Early Warning ho commentato il drammatico grafico sulla disoccupazione nei paesi PIGS. Oggi, un'altra interessante chart: quella relativa alla diminuzione delle aree agricole nei principali Paesi sviluppati.
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Negli ultimi 50 anni, gli 11 Paesi presi in esame hanno
convertito circa il 10% del loro territorio da agricolo ad urbano o
comunque non coltivabile. Il record è dell'Irlanda, con il -20%, dal
territorio quasi completamente agricolo che era nel 1960, ma rimane
comunque uno dei Paesi con la maggior estensione agricola in
percentuale. In Italia invece la situazione è, come prevedibile,
drammatica: in 50 anni siamo scesi da oltre il 70% a meno del 50%, e il trend sembra inarrestabile.
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Intanto, il governo presenta un disegno di legge sul consumo di suolo. Sì, stranamente stavolta non si è scelta la consueta strada del decreto legge con la quale si governo abitualmente in Italia, anche su argomenti fondamentali. Si preferisce il DDL, che ha iter lunghissimi e che in Parlamento con molta probabilità non verrà approvato. Si sa, non esistono partiti o potentati vari che tutelino gli interessi dell'agricoltura, del suolo e alla fin fine del fabbisogno alimentare del Paese.
Mentre invece chi costruisce svincoli, autostrade, ferrovie e condomìni gode di infinite protezioni. Ci mangeremo i guardrail.
Grafico - Early Warning
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