
Secondo una prima stima sarebbe possibile raccogliere non meno di 500 tonnellate all’anno di fondi di caffè (considerando che al peso della polvere del caffè deve sommarsi circa il 50% di acqua) che attualmente finiscono nella raccolta differenziata dell’organico. Separando invece i fondi, non solo si risparmierebbe oltre il 50% dei costi di trattamento e di trasporto - i fondi per il caffè per la loro carica azotata sono da considerarsi “scarti verdi” come gli sfalci e potature – ma si otterrebbe dell’ottimo ammendante tal quale per la coltivazione di alcune specie di funghi tra l’altro molto richieste dal mercato.
Ed è proprio questo uno dei progetti che lo workshop del 23 marzo metterà a punto per passare poi allo studio di fattibilità del sistema di “ritiro dedicato” e di attuazione della sperimentazione della coltivazione di funghi che richiede spazi molto modesti.
L’workshop sarà preceduto venerdì 22 marzo dall’inaugurazione di uno Showroom nella sede comunale di piazza Aldo Moro intitolato ‘Separare il caffè dal suo contenitore si può: sempre!” al quale interverrà anche il sindaco, Giorgio Del Ghingaro. La mostra sul caffè sostenibile con degustazione sarà interamente dedicata alle soluzioni per rendere riciclabili le capsule di caffè ‘usa e getta’ che, secondo un caso studio del centro di ricerca rifiuti zero del Comune, in Italia costituiscono una parte considerevole dell’indifferenziato se si pensa che se ne consumano 1 miliardo l’anno (il 10% di quante ne vengono consumate nel mondo). Saranno presenti vari tipi di macchine da caffè, dalla classica macchina per espresso da bar a cloni delle macchinette del caffè domestiche, che verranno tutte utilizzate con capsule di nuova generazione. Tra queste la più rivoluzionaria è ‘Tablì ‘una compressa di caffè monoporzione di macinato di caffè compattato e autosostenuto con un procedimento del tutto naturale, inventata e brevettata dall’ingegner Gianpaolo Belloli.
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