venerdì 19 aprile 2013

Alla ricerca di nuovi broccoli in grado di contrastare la degenerazione maculare


Un nuovo studio condotto all'Istituto Plants for Human Health presso il Campus di Ricerca del North Carolina (USA) si è dedicato all'aumento del livello di luteina nei broccoli. La luteina, molecola antiossidante, si trova anche negli ortaggi a foglia verde come cavolo verde e spinacio. La luteina è associata ad una riduzione dei rischi di cataratta e degenerazione maculare dovute all'avanzare dell’età.

Per condurre la ricerca, prof. Allan Brown ha ricevuto un contributo di oltre 155.000 dollari dal centro di Biotecnologia del North Carolina per la sua ricerca sui broccoli; una parte del contributo è stato finanziato dalla compagnia Monsanto.

La degenerazione maculare è la principale causa della perdita della vista e della cecità fra la popolazione con oltre 65 anni di età. Questa malattia degenerativa della retina colpisce circa il 10% delle persone fra i 66 ed i 74 anni, tale percentuale aumenta anche fino al 30% per le persone con un età compresa fra 75 e 85 anni. Considerando l'invecchiamento generale della popolazione, ne consegue che tale malattia colpisce un numero significativo di persone.

Il progetto del prof. Brown è quello sviluppare materiale vegetale attraverso l'ibridazione con broccoli selvatici; egli valuterà il nuovo materiale vegetale ottenuto in termini di stabilità e potenziale genetico per ottenere un aumento dei livelli di luteina e beta carotene. L'obiettivo della ricerca è determinare se tale aumento dei livelli di questi antiossidanti potrebbe essere trasferito alla produzione commerciale.

Brown spiega: "Riteniamo di poter raddoppiare il livello di luteina nei broccoli prodotti per il commercio. Come parte del nostro lavoro, ci aspettiamo di identificare i marcatori molecolari che ridurranno significativamente il tempo e le risorse richieste per produrre questi broccoli migliorati in quanto a contenuto di luteina."

Una strategia simile è stata in passato adottata da Monsanto, in collaborazione con i britannici John Innes Centre e Istituto di ricerca alimentare: dalla collaborazione scaturì il broccolo ‘Beneforte’ nel 2010 (vedi precedente notizia su FreshPlaza del 31/10/2011).

Brown, che utilizzerà anche metodi convenzionali di miglioramento genetico, crede di poter produrre broccoli migliori di quelli attuali, poiché avranno anche un contenuto maggiore in composti che riducono il rischio di tumori e malattie cardiache, oltre a quello della degenerazione maculare.

Il progetto durerà circa 2 anni e prevede anche la realizzazione di campi sperimentali allestiti in molte località dello Stato. Inoltre, per confrontare le piante con elevato livello di luteina con gli ibridi di broccoli attualmente disponibili e per studiare come trasferire questo carattere genetico, il prof. Brown fornirà delle valutazioni sull'impatto potenziale che il miglioramento genetico potrebbe avere su importanti caratteri qualitativi dell'infiorescenza, quali la dimensione, la compattezza, il colore, l'uniformità e la maturità al momento della raccolta del prodotto.

Negli Stati Uniti, il giro d'affari annuale dei broccoli è di 742 milioni di dollari. La maggior parte della produzione viene trasportata nel North Carolina dalla Costa ovest; inoltre, la maggior parte dei broccoli è ottenuta da cultivar ibride selezionate per essere coltivate nelle zone di produzione della California.

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